Coriandolo, antica spezia orientale e…Coriandoli a Carnevale

Il Coriandolo o Coriandrum Sativum, conosciuto anche con il nome spagnolo Cilantro, è una pianta erbacea originaria dei paesi del Mar Mediterraneo. La pianta appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbrelliferae. I frutti sono aromatici e i fiori, deliziose meraviglie bianco latte, si aprono ai nostri occhi con delicati ciuffi simili ad un ombrello. E’ conosciuto anche con il […]

Il Coriandolo o Coriandrum Sativum, conosciuto anche con il nome spagnolo Cilantro, è una pianta erbacea originaria dei paesi del Mar Mediterraneo. La pianta appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbrelliferae. I frutti sono aromatici e i fiori, deliziose meraviglie bianco latte, si aprono ai nostri occhi con delicati ciuffi simili ad un ombrello. E’ conosciuto anche con il nome di “Prezzemolo Cinese”, per le sue foglie simili al prezzemolo. Il Coriandolo appartiene alla stessa famiglia del Cumino, Aneto, Finocchio e naturalmente del Prezzemolo.

Coriandrum è una parola latina, citata nelle opere di Plinio; le sue radici sono nella parola greca Corys, cimice seguita dal suffisso Ander, somigliante, in riferimento alla supposta somiglianza dell’odore emanato spremendo o sfregando le foglie.

Le foglie e i semi sono utilizzati nella cucina indiana e latino americana ed anticamente anche in Europa. Il Coriandolo è molto simile a granelli di pepe ma dal colore giallino.

Si colloca tra le spezie più antiche e conosciute al mondo. L’utilizzo della pianta a scopo aromatico e medicinale era molto apprezzato anticamente, a tal punto da rappresentare un’offerta votiva raffigurata anche nelle tombe egiziane.

I Romani usavano moltissimo questa spezia pestata e miscelata con sale e aceto per conservare i cibi. Apicio ne proponeva una ricetta, il “Coriandratum”, come condimento di varie pietanze e Plinio ne evidenziava le particolari virtù terapeutiche.

Questa pianta erbacea annuale vegeta bene nella nostra penisola, adattandosi a qualsiasi tipo di terreno purché ben esposto e soleggiato.

Oggi, frutti e foglie del Coriandolo sono molto apprezzati in tutto il bacino Mediterraneo. In Marocco per le marinate, le zuppe ed i ripieni di carne; in Egitto per le polpettine di fagioli. In Oriente le foglie, sono utilizzate al posto del prezzemolo; mentre i frutti, dal vago sentore di scorza d’arancia, entrano nella composizione del Curry. Se in Messico si usano frutti e foglie per insaporire le pietanze, nel bacino balcanico con i frutti ci si arricchisce il pane e nell’area anglosassone i dolci. In Italia il Coriandolo è l’aromatizzante di alcuni liquori digestivi, sottaceti e salumi dove è contenuto intero (spesso scambiato per granelli di pepe).

I piccoli frutti di questa spezia, impropriamente chiamati semi, concedono il meglio di loro se macinati sulle carni cotte.

La Fitoterapia riconosce al Coriandolo importanti proprietà terapeutiche antisettiche, aperitive, digestive, efficaci per contrastare l’inappetenza e il gonfiore intestinale. La dose ideale è di almeno due cucchiaini al giorno dell’alimento. Le proprietà antibatteriche sono soprattutto presenti nell’Olio Essenziale. La rivista Journal of Medical Microbiology, ha pubblicato una ricerca nei confronti di questa pianta, condotta presso L’Università di Beira, in Portogallo. Nello studio portoghese infatti, è stato dimostrato che l’olio essenziale di Coriandolo è attivo contro circa una decina di specie patogene, fra cui i microrganismi appartenenti ai ceppi di Escherichia Coli, Salmonella Enterica, Bacillus Cereus e Staphylococcus Aureus. L’olio essenziale, inoltre sarebbe anche in grado di agire in sinergia all’Anfotericina nei confronti della Candida Albicans e di fornire una protezione addizionale contro i ceppi di Candida Tropicalis. Lo straordinario effetto, ottenuto con dosi di soluzione contenenti soltanto l’1,6% di olio essenziale, sembrerebbe dovuto alla capacità dell’estratto di danneggiare la membrana che circonda le cellule batteriche. Ciò interrompe la barriera tra il batterio e il suo ambiente inibendo così alcuni processi essenziali tra cui la respirazione, conducendo a morte la cellula batterica.

Un’altra interessante curiosità che appartiene a questa simpatica  spezia è la seguente: a partire dal 1500, i frutti del Coriandolo, vengono trasformati in confettini rivestiti di zucchero, lanciati durante le feste di Carnevale, o matrimoni o comunque in occasione di eventi sociali importanti. Si giunge quindi, ai Coriandoli di Carnevale. Inizialmente, il Coriandolo veniva tuffato nel gesso ed essiccato. Successivamente, è stato  sostituito da dischetti di carta ricavati da fogli bucherellati, sui quali si tenevano i bachi da seta. Ora i Coriandoli di Carnevale si producono con macchine che tranciano i dischetti variopinti e multicolore provenienti dalla carta da macero. Questa è l’origine del colorato coriandolo di carnevale.

 

 

 

 

 

 

 

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