La vita nel respiro

“Nel respiro è contenuta una doppia grazia: inalare l’aria e rilasciarla. Quello opprime, quello rinfresca; in questo modo meraviglioso si mescola la vita” Goethe … respira senza soffiare … tira dentro, non solo fuori. Edda (6-07-2012) Si nasce inspirando e si muore espirando. Tra queste due parentesi, il primo e l’ultimo respiro, si svolge il […]

“Nel respiro è contenuta una doppia grazia: inalare l’aria e rilasciarla. Quello opprime, quello rinfresca; in questo modo meraviglioso si mescola la vita”

Goethe

… respira senza soffiare … tira dentro, non solo fuori.

Edda (6-07-2012)

Si nasce inspirando e si muore espirando. Tra queste due parentesi, il primo e l’ultimo respiro, si svolge il percorso della vita. Non c’è separazione fra il primo respiro (il pianto del neonato) e l’ultimo respiro (l’ultima lacrima del morente). Dal nostro modo di respirare, infatti, si manifesta la vita e la qualità della nostra vita dipende dal respiro.

Tutto, quindi, ha inizio con la respirazione.

Sappiamo che possiamo sopravvivere alcune settimane senza nutrirci, alcuni giorni senza acqua, ma soli pochi minuti senza ossigeno. Il nostro cervello infatti dopo soli 4 minuti di ipossia (carenza di ossigeno nel sangue) va verso danni irreversibili.   Ciò ci racconta quanto sia fondamentale il respiro e l’ossigeno per tutti quanti noi. Il nostro corpo e le nostre cellule respirano; in biochimica, si chiama “Respirazione Cellulare” nella quale uno degli elementi chimici principali è appunto l’ossigeno.

Ora, la nostra conoscenza occidentale, focalizza l’importanza del respiro solo sugli scambi gassosi (ossigeno e anidride carbonica) a livello polmonare, riducendo l’atto respiratorio ad un semplice processo chimico. Ritengo essere molto di più.

Il respiro è strettamente legato alle emozioni. Un’emozione forte come la paura, il prolungamento di una condizione di stress, l’ansia, ecc. rendono il nostro respiro instabile e troppo veloce. Un respiro troppo veloce non permette un giusto e completo uso del diaframma, a cui consegue una scorretta ossigenazione del cervello. Quando invece, si interviene sul controllo del respiro, attuando un respiro consapevole, si avverte un miglior rapporto con tutto ciò che riguarda l’ambiente esterno e quindi i nostri rapporti personali con gli altri. Un respiro lento e profondo evidenzia calma interiore, saggezza, introspezione, controllo emotivo e mentale.

Alcuni importanti studi sul rilassamento, infatti, hanno dimostrato che la predisposizione al relax rientra nelle naturali reazioni fisiologiche dell’organismo umano. Si tratta di una reazione simile a quella dello stress, ma di segno contrario: la respirazione consapevole, infatti, rallenta il ritmo cardiaco, abbassa la pressione arteriosa e la tensione muscolare, come avviene durante il sonno profondo. La regolarità del ritmo respiratorio, favorendo il rilassamento, aiuta a recuperare calma ed energia. Ma è necessario portare attenzione consapevole a ciò che si sta svolgendo.

Il respiro agisce molto più in profondità di quanto razionalmente si creda. Tutte le religioni fanno risalire la creazione del mondo al primo alito o soffio divino.  Nelle grandi tradizioni spirituali il respiro è la via maestra alla consapevolezza e alla beatitudine. Respirando a fondo e applicando tecniche particolari, si possono raggiungere stati trascendentali, portando in superficie emozioni bloccate e traumi.

Un modo corretto per iniziare a respirare con consapevolezza è seguire mentalmente il percorso dell’aria, immaginando che sfiori ogni angolo del nostro corpo fisico interiore. Chiudere gli occhi, può aiutare a percorre con la mente il  tragitto dell’aria che può assumere  il colore o i colori che più piacciono. E’ possibile visualizzare che l’aria entra nei nostri polmoni, attraversa il cuore, scende fino ai reni e che, sempre risalendo, fuoriesce attraverso il cuore. Le culture e le medicine orientali, ci insegnano che il diaframma è quella struttura muscolare che permette la comunicazione energetica tra l’addome (sede degli istinti ed energie primordiali) e il torace (sede delle emozioni e della nostra comprensione conscia delle emozioni). Un diaframma bloccato sarà segno di un conflitto tra istinto e ragione, tra emozioni inespresse e istinti non vissuti, un conflitto tra ciò che siamo e ciò che pretendiamo di essere.

Una respirazione consapevole è la base della meditazione (dal latino meditatio, riflessione). Il fulcro della meditazione è l’attenzione ed è una pratica spirituale che ha un effetto calmante sulla mente. E’ proprio grazie alla respirazione che si riesce a rallentare il flusso dei pensieri. L’agire sui pensieri è un’arte che, se praticata con costanza, può produrre dei benefici straordinari. Il rallentamento dei pensieri, ossia l’azione consapevole sui pensieri, permette di collegare se stessi al proprio “Se”. Lavorare sulla propria interiorità, permette di creare condizioni straordinarie per una migliore qualità della vita stessa. A livello mentale la padronanza del respiro permette, quindi di affinare la capacità di fare chiarezza riguardo a ciò che viene percepito come conflitto.

Un’antica tecnica tibetana divide la respirazione in quattro tempi:

• l’inspirazione

• una pausa a polmoni pieni

• l’espirazione

• una pausa a polmoni vuoti

Tutte le quattro fasi devono avere la stessa durata, da calcolare contando lentamente, per esempio fino a tre. Quando i tempi saranno in perfetto equilibrio, si avrà una sensazione piacevole di tranquillità.

Respirate e Meditate, gente … Respirate e Meditate!

 

 

 

 

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