“Vorrei che poteste vivere del profumo della Terra e che la Luce vi nutrisse in libertà come una pianta” Tratto da “Il Profeta” Gibran Fin dalle epoche più remote i cereali sono coltivati, in moltissime varietà e a tutte le latitudini della Terra: dal livello del mare fino a 3000-4000 metri di altezza. Tutte le […]
“Vorrei che poteste vivere del profumo della Terra e che la Luce vi nutrisse in libertà come una pianta”
Fin dalle epoche più remote i cereali sono coltivati, in moltissime varietà e a tutte le latitudini della Terra: dal livello del mare fino a 3000-4000 metri di altezza. Tutte le specie di cereali appartengono alla famiglia delle graminacee. Come un verde mare ondeggiante attraversano, in estate, tutte le vaste zone di Madre Terra.
In questo tempo di mietitura, il chicco è cresciuto, le radici si seccano, le foglie e gli steli diventano paglia. Ma nonostante questo “morire” apparente, il chicco mantiene in sè e conserva, senza perdere tutti i sali minerali, le vitamine, le proteine, le energie che creeranno forma e la sostanza vitale per il nutrimento di chi entra in relazione con il chicco stesso.
Il chicco del cereale è un frutto e contemporaneamente seme; pertanto è indicato, più di ogni altra cosa, per la costruzione del metabolismo umano. Il chicco di cereale è composto da tre parti: il germe, piccolissimo, posto in periferia, contiene proteine, vitamine ed oli; l’endosperma, la parte maggiore ed interna, contiene zuccheri e proteine; ed infine, il pericarpo o crusca, che racchiude il chicco, come se fosse la pelle; contiene proteine, vitamine, sali minerali e fibre. Ecco allora quanto è importante il cereale per il nutrimento dell’uomo.
Il cibo cosidetto “raffinato” è tale quando il chicco viene brillato, cioè quando vengono rimossi e scartati il germe e il pericarpo. E’ una modifica che porta all’eliminazione di quasi tutto il potenziale nutritivo. Attraverso la raffinazione il chicco subisce innanzitutto l’asportazione della parte esterna con tutto quello che contiene, mentre viene risparmiato l’endosperma, e quindi il contenuto di amido e proteine del chicco. Vengono così perduti gran parte dei minerali, delle vitamine, delle fibre e delle sostanze fitochimiche. Successive trasformazioni nel corso del processo industriale portano alla disidratazione e all’aggiunta di sale, zucchero e grassi, modificando radicalmente e in peggio l’iniziale composizione nutrizionale del cereale.
Il chicco integrale è vivo, se lo si mette a germinare. Vedrete crescere la nuova pianta con piccole e deliziose foglioline. Se invece usate il chicco brillato, questo marcirà, perchè è stato privato della parte germinativa e quindi non ha più in sè energia e componenti essenziali per la perpetuazione della vita. Il chicco integrale può rimanere silente per parecchie centinaia di anni, se tenuto in luogo asciutto, per poi germogliare se posto in condizioni adatte; infatti recentemente sono stati fatti germogliare chicchi di cereali ritrovati nelle tombe dei faraoni egiziani.
I cereali integrali conservano meglio i principi nutritivi e le fibre. In una alimentazione ricca di cerali integrali si dimagrisce più facilmente perché le fibre tengono più bassi i livelli di zucchero nel sangue e aiutano un miglior transito intestinale. Il livello di infiammazione generalizzata, inoltre, diminuisce grazie ai principi nutritivi antiossidanti presenti nei cereali integrali stessi, praticamente assenti nei cereali raffinati, poichè rimossi meccanicamente.
Fra gli elementi di cui maggiormente il cereale integrale è composto, troviamo gran parte del Complesso Vitaminico B.
Un crescente numero di evidenze scientifiche ci conferma le potenzialità delle Vitamine del gruppo B: sono un nutrimento fondamentale per tutelare la salute umana. Recentemente sono emerse correlazioni tra la carenza di queste preziosissime vitamine e il decorso della malattia di Alzheimer. Il controllo dell’Omocisteina* è sempre più correlato con tale invalidante malattia, mentre l’alimentazione tipica di un italiano è, in modo sempre più drammatico, priva o carente di tali sostanze. Nel mese di gennaio 2012 è stata ancora correlata la carenza di vitamine B con il morbo di Parkinson. Altri studi pregressi hanno dimostrato, notevoli correlazioni con altre malattie, fra cui la spina bifida causata da carenza di folati (Vitamina B9). Il giusto livello di folati ha invece sicura azione antiossidante sull’organismo ed incremento delle capacità cognitive.
La vitamina B6, in particolare, ha interessanti effetti benefici nell’artrite reumatoide, ma il suo ambito d’ intervento può essere di gran lunga più ampio, come in pancreatiti, edema, etilismo, neuropatie diabetiche, sovrappeso e obesità, stress, tumori e depressione.
Secondo studi effettuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli adulti in sovrappeso nel mondo sono più di 1 miliardo, di cui almeno 300 milioni clinicamente obesi. In Italia, il tasso di obesità ha subito un incremento del 9% rispetto a cinque anni fa e ora si contano circa 4 milioni e 700 mila italiani obesi. Una recente ricerca effettuata dall’Università della Pennsylvania e pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition proverebbe che un’ impostazione alimentare a base di cereali integrali aiuta a ridurre i fastidiosi cuscinetti adiposi, che tormentano uomini e donne di tutto il mondo. Ma c’è molto di più: migliorerebbe globalmente lo stato di salute (Katcher JI et al, Am J Clin Nutr 2008 Jan;87(1):79-90).
Lo studio, effettuato su 50 obesi tra uomini e donne affetti da diabete, malattie cardiovascolari, obesità addominale, ipertensione ed iperglicemia, ha dimostrato che, assumendo una dieta a base di cereali integrali si ottengono migliori risultati in termini di calo dell’adipe in eccesso. In particolar modo, si riduce l’infiammazione dei vasi sanguigni. Tutti i partecipanti allo studio hanno ridotto l’apporto calorico per 12 settimane, ma a metà di loro è stato richiesto di mangiare cereali integrali, mentre all’altra metà del gruppo cereali raffinati. Al termine della sperimentazione, la perdita ponderale media è stata tra i 4 e i 5 chilogrammi in entrambi i gruppi. Tuttavia, il livello medio di infiammazione si è abbassato del 38% solo nei soggetti alimentati a cereali integrali, mentre non ha subito alcun cambiamento nell’altro gruppo. Inoltre, il livello di adipe addominale nel gruppo alimentato con cereali integrali è diminuito notevolmente.
E’ importante sempre leggere bene l’etichetta dei prodotti, sulla quale deve essere indicata una percentuale di integrale biologico almeno del 51%. Alcuni prodotti possono contenere una miscela di cereali raffinati e integrali. La crusca è anche fonte di silicio, un elemento essenziale per l’attività dei sensi e lo sviluppo dello scheletro. Ma la crusca non va assunta isolatamente; soltanto i cereali integrali, così come li offre Madre Terra, e le farine che se ne ricavano, apportano le sostanze salutari in forma attiva ed in maniera equilibrata. L’aggiunta di crusca (separata dal chicco è solo una fibra morta) al prodotto raffinato, cioè artificialmente impoverito del proprio naturale patrimonio di minerali, può compromettere l’assorbimento dei minerali residui, rendendolo inadeguato.
I prodotti definiti “ai 5 cereali” non sempre sono integrali per cui è necessario accertarsene leggendo attentamente sull’etichetta la lista degli ingredienti, che per legge devono essere elencati in ordine decrescente di quantità.
Infine, un occhio di riguardo alle informazioni nutrizionali.
Fin dalla notte dei tempi, il cereale integrale è cibo adatto alla costituzione fisica del nostro organismo. Prendiamo confidenza ed entriamo in sintonia progressivamente con il sapore dei cibi integrali, al fine di poterci nutrire in modo più completo per le esigenze biochimiche del nostro corpo.
* Omosteina: sostanza prodotta dal nostro organismo, che svolge un ruolo importante in quasi tutte le malattie croniche e nell’invecchiamento precoce. Il dosaggio nel sangue è importante quanto la valutazione del Colesterolo, poichè sempre più correlato con l’invalidante malattia dell’Alzheimer. Un tasso troppo elevato di Omocisteina sarebbe infatti un indicatore di causa, concomitante, se non esclusiva, di molte tra le malattie più preoccupanti e diffuse, fra cui quelle che colpiscono il sistema cardiocircolatorio (ipertensione, arteriosclerosi, infarto, ischemia), ma anche diabete, depressione, impotenza, osteoporosi, emicrania, problemi digestivi, di vista ed altro.