All’ombra del Tiglio…per ritrovarci!

All’ombra del Tiglio…per ritrovarci! “Se guardate l’ago di una bussola, scoprirete che un’estremità punta sempre più o meno a nord, mentre l’altra a sud. Se volete spiegarvi il fenomeno, non vi occuperete dell’ago, quanto piuttosto della Terra […]. Sarebbe ridicolo tentare di spiegare il comportamento dell’ago di una bussola cercandone la causa nell’ago stesso. Non è […]

All’ombra del Tiglio…per ritrovarci!

“Se guardate l’ago di una bussola, scoprirete che un’estremità punta sempre più o meno a nord, mentre l’altra a sud. Se volete spiegarvi il fenomeno, non vi occuperete dell’ago, quanto piuttosto della Terra […]. Sarebbe ridicolo tentare di spiegare il comportamento dell’ago di una bussola cercandone la causa nell’ago stesso. Non è possibile capire la posizione dell’ago a meno che non si conosca la relazione che intercorre tra esso e l’intero pianeta”.  

Rudolf Steiner

Lo stesso vale per gli alberi.

In questo tempo di ri-nascita della primavera verso l’estate, passeggiando lungo le strade dei piccoli parchi, importanti polmoni della nostra città, mi avvolge un profumo intensissimo, che appartiene al fiore di un albero che amo fin da quando ero bambina: il tiglio.
I tigli sono tra gli alberi decidui più belli e più alti delle zone temperate. Il Tiglio selvatico è autoctono in tutta Europa e Russia occidentale, mentre il Tiglio nostrano viene dall’Europa Centrale e Meridionale. Quando s’incontrano danno origine ad un ibrido: il Tiglio comune (Tilia Vulgaris), che si trova spesso nei parchi o lungo i viali. I tigli possono vivere per lunghi tempi e centinaia di anni e a volte possono raggiungere i mille anni d’età.
I greci conoscevano le proprietà calmanti dei fiori di tiglio, ne facevano risalire l’uso ai tempi di Cronos (età dell’oro).
La ninfa Filira, figlia d’Oceano, concepì da Saturno un bambino mostruoso, che per la vergogna chiese di essere trasformata nell’albero del tiglio, il cui nome è una parola cretese, quindi preellenica.
I greci oltre ai fiori, utilizzavano una sostanza che si trova tra la corteccia e il legno, chiamata “phlyra”, per ottenere carta e stuoie. Dalla corteccia, lasciata a macerare nell’acqua, ottenevano una flora tessile “il Tiglio”; le fibre venivano separate attraverso una tecnica detta “stigliatura”. E’ una procedura che successivamente, fu usata per il lino e la canapa.
La linfa e i fiori venivano in passato utilizzati per produrre zucchero e farne cioccolato. Il legno di tiglio è abbastanza duro e molto adatto per i lavori d’intaglio.
Gli Indiani Irokee vi intagliano le maschere dei totem, che usano per i riti di guarigione.
In molti paesi tribali teutonici, un vecchio tiglio era il punto d’incontro per gli affari del paese. La gente accettava che la condanna inflitta ai criminali fosse alleviata dalla dolce atmosfera di questo albero. Si credeva che il tiglio generasse conoscenza divina, verità, giustizia, chiarezza e un giusto equilibrio fra capacità di decisione e compassione.
Nell’antica cultura germanica era considerato un albero sacro; a lui ancora oggi è intitolata una delle più famose strade di Berlino, la “Unten der Linden”, che attraversa il centro storico di Berlino, dall’Alexander Platz alla porta di Brandeburgo.
Nulla del Tiglio può nuocere all’uomo.
Il Tiglio placa, allevia – in tedesco “alleviare” si dice “linderm“, termine che deriva proprio dal Tiglio.
I suoi profumatissimi fiori, che evocano la fragranza del miele e della vaniglia, sono riuniti in grappoli ed abbracciati dalle foglie, la cui forma richiama l’immagine del cuore. E’ proprio in questo organo del nostro corpo, che il tiglio esprime la sua potenzialità fitoterapica ed energetica. Il suo profondo messaggio è rivolto, infatti, a tutte quelle situazioni di ansia per la vita, quando il lato ombra ci riporta alla nostra natura più profonda, facendoci rimbalzare messaggi che facciamo fatica a decodificare, ma che si manifestano con palpitazioni, paura ed ansia. I fiori, le foglie e la corteccia hanno effetti sudoriferi, febbrifughi, antisettici e fanno rilassare i crampi; perciò vengono usati soprattutto per febbri e raffreddori.
L’infuso di fiori si usa anche per il catarro e per curare piccole infezioni della pelle. Può essere usato in compresse di garza da applicare su occhi infiammati o stanchi. Le foglie giovani di tiglio, i germogli e i fiori, possono andare ad arricchire le nostre insalate o aggiunte alle zuppe.
Tisana: 1 cucchiaino di fiori per tazza di acqua e secondo le necessità 3-6 tazze al giorno.
Fitoterapia. Il Tiglio si dedica alle distonie neurovegetative, alle sindromi ansiose, alle insonnie e alle palpitazioni. Influenza, infatti, il sistema neurovegetativo, vascolare, arterioso e il cuore esercitando un’azione ansiolitica, antispasmodica e di sedazione generale. E’ certamente fra i più interessanti tranquillanti naturali. Il suo effetto calmante è da attribuire all’azione contemporanea che svolge sia sull’asse cortico-ipotalamico, sia sul centro del sonno.
L’azione antispasmodica, ansiolitica e di sedazione generale è indicata prevalentemente nell’insonnia dell’adulto, ma anche del bambino dove esercita un’attività rilassante e sedativa. Nello stato di ipereccitabilità generalizzata e cardiaca, esplica un’azione ansiolitica nelle tachicardie emozionali, nelle palpitazioni dovute a tensione nervosa o stress; infine nelle nevrosi ossessive, accompagnate da angoscia e da paure di origine sconosciute, è un ottimo accompagnatore per il riequilibrio. In fitoterapia si utilizza il Gemmoderivato, o il Macerato Glicerico o l’Estratto Analcolico.
Il tiglio, nonostante il suo aspetto gentile, ha il potere di farci entrare in risonanza con le forze vitali di Madre Terra. E’ capace di canalizzare sempre il nostro potere decisionale con determinazione ma in modo calmo, sicuro e compassionevole.
Il tiglio è il punto d’incontro tra il Cielo e la Terra. Quando si avverte la fatica nella concentrazione, soprattutto se è necessario fare scelte importanti, quando ci si sente dispersi e dispersivi, si può ritrovare la calma sotto l’ombra silenziosa di un tiglio.

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