Aiuto! La Cistite!

La cistite, l’infiammazione delle vie urinarie, è una delle patologie più diffuse nella popolazione, soprattutto femminile. Si calcola che ogni anno 8.000.000 visite ambulatoriali sono effettuate per questo disturbo; che il 50% delle donne ha avuto nella propria vita almeno un episodio di cistite, che il 25% delle donne ha almeno un episodio di cistite all’anno […]

La cistite, l’infiammazione delle vie urinarie, è una delle patologie più diffuse nella popolazione, soprattutto femminile. Si calcola che ogni anno 8.000.000 visite ambulatoriali sono effettuate per questo disturbo; che il 50% delle donne ha avuto nella propria vita almeno un episodio di cistite, che il 25% delle donne ha almeno un episodio di cistite all’anno ed infine, che il 10% di esse ha comparse continue di cistiti resistenti alle cure antibiotiche farmacologiche (cistiti recidivanti). Le percentuali aumentano notevolmente se si prende in considerazione la popolazione di anziani dai 60 anni in su. In questa fascia d’età, infatti, le incidenze di cistiti salgono dal 25% fino al 50%.

Le vie urinarie umane sono costituite da un insieme di organi cavi fino a formare un dotto: hanno origine dal rene, continuano con gli ureteri (canali sottili maggiori e minori) e terminano nella vescica e quindi nell’uretra; quest’ultima, permette la comunicazione con l’esterno. Tutto il tratto delle vie urinarie (dai reni alla vescica) è sterile, cioè privo completamente di microrganismi e batteri, ad eccezione del tratto terminale (uretra). Qui è presente una piccola quantità di microrganismi che stazionano per brevi momenti, che vengono poi trascinati all’esterno attraverso l’urina. Quando questo non accade crea colonizzazione, infezione e quindi infiammazione del tessuto coinvolto, formandosi così la cistite delle basse vie urinarie (uretra e vescica). Questa problematica si riconosce per i seguenti segni e sintomi: bruciore, frequenza nella minzione (pollachiuria), stimolo continuo ad andare ad urinare (urgenza), spasmo doloroso durante la minzione, dolore sovrapubico, urine torbide, dense, maleodoranti e spesso con presenza di sangue (ematuria).

I batteri responsabili di questa sintomatologia sono tanti e di ceppi differenti; fra i maggiori troviamo: Staphilococcus, Enterococcus, Proteus, Enterobacter, Klebsiella ed infine Escherichia Coli; quest’ultima rappresenta il batterio responsabile nella maggior parte dei casi di infezioni delle vie urinarie, soprattutto nelle cistiti.

Ma perché accade?

Quando le naturali difese immunitarie del nostro organismo si abbassano o vengono a mancare, il numero dei batteri patogeni si moltiplica. Le cariche batteriche possono arrivare nell’apparato urinario da varie sedi dell’organismo grazie a diverse vie: la via ematica, la via linfatica, il circolo entero-urinario, quest’ultimo maggiormente responsabile. La via canalicolare ascendente, ossia la risalita nel canale dell’uretra da parte di batteri, si manifesta grazie alla vicinanza anatomica tra uretra e ano, soprattutto nella donna. E’ facile, infatti, che batteri fecali emigrino fino ad arrivare all’apparato urinario, risalgono l’uretra e colonizzano la vescica scatenando i sintomi descritti in precedenza.

L’approccio medico classico della cistite prevede, spesso, la terapia antibiotica: penicilline, cefalosporine, chinoloni, nitrofurantoina, ecc. Purtroppo, spesso, tale approccio non è risolutivo, oltre che avere effetti collaterali, la conseguenza principale che si manifesta è l’aumento della Disbiosi (Dis=Alterazione, Disequilibrio/Bios=Vita) intestinale. Questa condizione crea il terreno ideale per ulteriori infezioni. Gli antibiotici (Anti=contro/Bios=Vita) infatti, non agiscono in modo mirato, indebolendo o annullando la flora benefica intestinale. Inoltre, una caratteristica fondamentale comune a tutti i batteri è la capacità di “mutare”. Attuano cioè, un processo intelligente di adattamento e quindi di sopravvivenza, modificando velocemente le proteine della loro membrana, cercando di rendersi non riconoscibili agli antibiotici. Inoltre, i batteri hanno un altro meccanismo di difesa, quello di secernere degli enzimi, la cui funzione è quella d’inattivare i farmaci. Questo fenomeno si chiama “resistenza”. Si stima che il 25% delle donne trattate con antibioticoterapia al primo episodio di cistite, avrà successivamente almeno altri tre episodi all’anno.

Quali sono i fattori che predispongono alla cistite?

In entrambi i sessi, i fattori che favoriscono il normale flusso urinario sono: calcoli urinari, ipertrofia prostatica nell’uomo, stenosi del meato urinario.

Fra i fattori che fortemente incidono sull’insorgenza della cistite, troviamo la stitichezza. Un intestino che non si svuota regolarmente, determina il favorire di cistiti e vaginiti recidivanti. La stasi fecale nell’ampolla rettale protratta facilita le infezioni anteriori, fra cui da Escherichia Coli ed Enterococcus Foecalis. Inoltre, fra le patologie associate predisponenti, troviamo diabete, patologie neurologiche e neurovegetative, ginecologiche (per esempio prolasso uterino o vescicale), posizionamento di catetere vescicale, varie condizioni o terapie che riducono le difese immunitarie (chemioterapia, terapie oncologiche, ecc.).

Fra le cause predisponenti inoltre, è fondamentale analizzare lo stile di vita e l’insieme di ciò che si sta vivendo: traumi psichici e stress, scarsa o non corretta igiene, indumenti intimi troppo aderenti o di tessuto sintetico; ma soprattutto errata alimentazione prolungata nel tempo porta sempre a disordini ed infezioni intestinali (disbiosi); uso ed abuso di farmaci (antibiotici, antidepressivi, corticosteroidi, anticoncezionali e lassativi).

L’approccio Naturopatico al problema della cistite acuta o recidivante/cronica e alla predisposizione a frequenti attacchi acuti di cistite, deve necessariamente passare dalla rivalutazione dello stile di vita.

L’alimentazione più indicata per la prevenzione in generale e per la cura delle cistiti ricorrenti è quella che è attuata nel rispetto della valutazione delle intolleranze alimentari della persona. Per la cistite acuta è indispensabile un apporto elevato d’acqua. Ci si deve obbligare a bere almeno due litri d’acqua nella giornata; questo comportamento, se praticato fin dall’insorgere dei primi sintomi, può risolvere il problema senza bisogno di altri interventi.

Oltre a ciò, Madre Terra ci aiuta grazie agli estratti fitoterapici, il cui utilizzo nella cura e prevenzione delle infezioni delle vie urinarie, è ri-conosciuto sin da tempi antichissimi.

Fra le piante e i principi attivi naturali che possiamo utilizzare per affrontare il problema ricordiamo:

Equiseto: pianta maggiormente indicata in presenza di urine abbondanti con dolore soprattutto alla fine della minzione;

Uva Ursina: agisce come disinfettante urinario e antimicrobico;

Estratto di Semi di Pompelmo: azione battericida, batteriostatico ad ampio spettro, efficace verso centinaia di batteri patogeni, fra cui Escherichia Coli e Streptococcus Faecalis;

Pilosella (Hieracium Pilosella) che vanta proprietà diuretiche ed antinfiammatorie per la presenza di flavonoidi che aumentano l’eliminazione dei composti azotati e dei cloruri; inoltre, per la presenza di Umbelliferone (Cumarina) ha un’azione antibiotica simile;

Erica (Calluna Vulgaris): azione specifica nei disturbi delle vie urinarie, aumenta la secrezione urinaria, purifica la vescica e l’uretra ed infine attenua lo stimolo della minzione;

Ononide (Ononis Spinosa): pianta già conosciuta e tramandata dall’antica sapienza fitoterapica (Greca e Romana) come diuretico, depurativo ed antinfiammatorio;

Mirtillo Rosso: grazie alla presenza di principi attivi (Antidesine) hanno la proprietà d’inibire l’adesione del Colibacillo a livello di vescica ed intestino. I giovani getti del Mirtillo Rosso svolgono azione disinfettante;

D-Mannosio: zucchero semplice ottenuto dal legno di Betulla. Impedisce l’attecchimento di batteri (Escherichia Coli) alla parete vescicale, permettendo l’eliminazione dei batteri tramite l’urina;

Verga D’Oro o Solidago: grazie all’alta percentuale di flavonoidi ha un importante azione antinfiammatoria, favorisce l’eliminazione della renella, previene la formazione di calcoli renali grazie all’attività diuretica di cui è dotata questa pianta. E’ molto efficace in tutti gli stati infiammatori delle vie urinarie, nelle affezioni renali o della vescica associate a colite;

Bucco (Borosma Betulina Bartl. e Wendl.): azione diuretica, antisettica in particolar modo per la cura delle cistiti e la prostata;

Altre piante che concorrono al trattamento di questa problematica possono essere:

Coriandolo semi

– Erniaria (Herniaria Glabra) parti aeree

– Sambuco (Sambucus Nigra) fiori e foglie

– Gramigna (Agropyron Repens) rizomi

– Sandalo  (Santalum Alba L.)  

Concludendo, il consiglio generale più importante è quello di bere molta acqua naturale durante tutti i giorni. Coloro che sono predisposti alla cistite possono effettuare dei cicli di drenaggio dei reni e della vescica con Tinture Madri o Gemmoderivati per almeno tre mesi continuativi, al fine di rinforzare gli organi e renderli maggiormente resistenti e meno predisposti ad infezioni acute e/o recidivanti

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